Dallo stupore per aver ricevuto il Premio Antonio de Curtis, al travaglio del percorso successivo…
Dall’idea del committente, per la realizzazione di un busto di Totò, alla metamorfosi nel plasmare l’attuale Totò … ‘A Livella, di intesa con il committente. Un percorso profondamente intimo, dove il mio sentire, ha preso forma con la realizzazione dell’odierna scultura bronzea, ispirandomi all’umanità, sentimento e insegnamento, di cui Antonio de Curtis, ne era depositario.
Lettera a Totò
“”” Caro Totò! Questa volta ti voglio scrivere invece che parlarti, come facevamo mentre ti plasmavo con la creta, accarezzandoti il viso con le dita, per imprimere la tua figura, ma non quella del burattino teatrale, ma, dando vita all’espressione del mio pensiero, intimamente espresso a TOTÒ UOMO. Le giornate e le nottate passate insieme, l’ansia e l’apprensione da parte mia, nel creare un’opera sentita nel profondo, lavorata con maniacale e particolare cura, con l’intento di restituire e testimoniare, a modo mio, tramite la scultura in bronzo, il tuo vissuto, l’amore, la tua Anima, alla quale mi sento molto vicino, e proprio per tale motivo, ho voluto aggiungere un personaggio che ho personalmente conosciuto, di grande dignità e umiltà che nell’opera, si è aggiunto a quelli descritti da te. Ho messo di fianco a loro, un barbone deceduto, solitario, a se stesso abbandonato ”””
Nel corso di questi anni mi sono imbattuto in diverse tipologie di personaggi, nell’illusione di avere a che fare con persone serie, sensibili e culturalmente preparate. Mi sbagliavo.
Fra i vari personaggi posso annoverare tutti quei “soggetti”, che a vario titolo, direttamente legati alla storia della mia scultura, si sono poi rivelati così come li definiva il Principe de Curtis: “quaquaraquà”, o meglio persone senza alcuna levatura morale.
L’ultimo di questi deprecabili episodi, si è verificato ancora una volta in Napoli, questa volta presso il Maschio Angioino, in occasione della rassegna d’Arte, allorquando l’opera veniva umiliata, posizionandola dietro la porta d’entrata, pur essendo stato rassicurato dal curatore della rassegna, circa un adeguato collocamento.
Adoro Napoli, i napoletani, la loro storia, la loro cultura, ma detesto ignavi soggetti, che offendono la memoria di Totò.